SE TI SEMBRA DI NON VALERE NULLA PROBABILMENTE SEI DEPRESSO
La depressione è una malattia complessa che può manifestarsi con vari gradi di intensità. Nelle forme più note il sintomo dominante è la tristezza. Il paziente è, per tutto il tempo, profondamente triste, perde ogni piacere per la vita, stanco e demotivato, deve ricorrere alle cure dello psichiatra per ritrovare lo stato di benessere. È una malattia invalidante che impedisce ogni progetto per il futuro e il paziente è fortemente limitato nella vita affettiva, sociale e lavorativa. Meno note, perché subdole e poco riconoscibili, sono alcune forme di depressione che potremmo definire "sotto soglia" in cui l’umore è meno compromesso, ma il meccanismo di auto invalidazione, che incide negativamente sulla qualità di vita e riduce notevolmente le possibilità di realizzazione personale, permane immodificato.
In queste forme è costante un sentimento di impotenza caratterizzato dal convincimento di non essere capaci di portare a termine alcun progetto esistenziale né sapere realizzare i propri desideri. Le capacità assertive e l’autostima sono scarse: è presente una certa difficoltà ad affermarsi, a riconoscere le proprie potenzialità, a confrontarsi efficacemente con gli altri nel reciproco rapporto tra diritti e doveri. Si sentono troppo spesso posti in discussione e tendono ad adattarsi, proprio in ragione della bassa autostima, a livelli di qualità di vita nettamente inferiori a quelli che potrebbero permettersi. Questo cronico sentimento di impotenza può portare costoro ad accettare acriticamente le angherie ed i soprusi altrui (del partner, del capoufficio, dei colleghi) e renderli incapaci di cogliere situazioni alternative migliori per la qualità della loro vita.
Sono ipercritici nei confronti di sé stessi per cui, spesso, le intrusioni, le prepotenze e le umiliazioni che subiscono sono tollerate se non addirittura giustificate in ragione delle proprie (presunte) incapacità fino a sentirsi responsabili di provocare essi stessi l’aggressività e la prevaricazione altrui. Il cronico sentimento di colpa che può essere presente incoraggia, infatti, desideri di autopunizione.
Nelle loro relazioni affettive mostrano una forte dipendenza dal partner e vivono con angoscia l’idea della perdita o dell’abbandono. Nella maggior parte dei casi si tratta di donne che, proprio in ragione del loro sentirsi inadeguate, cedono al compagno ogni potere di controllo sul benessere e sul malessere all'interno della coppia rendendo esse stesse la relazione asimmetrica. Finiscono per accettare tutto dal partner dominante: anche umiliazioni e danno, peraltro mai profusi in maniera esclusiva ed assoluta, ma sempre alternati a gratificazioni e gentilezze. È proprio questa altalena tra premio e punizione che costituisce le fondamenta di quel perverso meccanismo alla base del "ciclo della violenza". Per quanto paradossale, sono proprio queste dinamiche e la loro ambivalenza che rendono indissolubile il legame e mantengono nel tempo dinamiche di abuso intra familiare.
Anche la depressione sotto soglia si avvantaggia efficacemente sia della terapia farmacologica che di quella psicoterapica. Occorre, quindi, saperle riconoscere queste subdole forme cliniche di depressione e non sottovalutare il loro micidiale effetto auto invalidante. Non solo in quanto favoriscono l'instaurarsi di relazioni interpersonali, sia affettive che lavorative, estremamente frustranti ed umilianti, ma perché, non raramente, possono predisporre a situazioni vittimologiche che trascinano con sé danni gravi e irreparabili.